MAL'ARIA VENETO 2020, È ORA DI INVERTIRE LA ROTTA
La fase che seguirà l'emergenza è l'occasione per cambiare stili di vita e incentivare una nuova mobilità
Quasi la metà del Pm10 prodotto nella città di Rovigo è causato dal traffico, mentre oltre un terzo dal riscaldamento (24%) e dall'agricoltura non sostenibile (13%): questo dicono gli ultimi dati, riportati dell'edizione 2020 di Mal'aria Veneto, storico dossier in cui Legambiente analizza le fonti emissive e propone soluzioni concrete per superare l'emergenza smog che inquina in maniera cronica l'aria che respiriamo.
Dati che mostrano quanto sia necessario intervenire con politiche efficaci a livello locale e regionale, a partire dal riconoscimento di Rovigo e provincia come un unico agglomerato. Si tratta di una questione che la pandemia ha mostrato non essere più rimandabile: perché se ancora devono essere ancora del tutto accertati dalla scienza i nessi tra inquinamento e incidenza del coronavirus, quello che è certo è che la sovraesposizione prolungata a un'aria inquinata ha reso più vulnerabili i nostri apparati cardio-respiratori e ci ha reso più deboli contro la pandemia che stiamo affrontando.
«La fase 2 è finalmente l'occasione per cambiare i nostri stili di vita - dichiara Giulia Bacchiega, presidente di Legambiente Rovigo – per dare spazio alla ripresa e permettere che i locali facciano mantenere la giusta distanza all'aperto servirà incentivare una mobilità dolce e sostenibile e ripensare complessivamente lo spazio urbano, sottraendo spazio alle auto e restituendolo ai pedoni e ciclisti».
Sono le stesse buone pratiche che alcune città italiane hanno già deciso di portare avanti: si pensi al Comune di Milano che ha annunciato che entro settembre realizzerà 23 km di nuovi percorsi ciclabili, e altri 12 entro la fine del 2020 e al Comune di Padova che sta realizzando ciclabili di emergenza per rispondere alle esigenze dei cittadini di spostarsi in sicurezza senza inquinare.
«Per contrastare smog e cambiamento climatico, l'altro tema da affrontare sarà la necessaria conversione dell'agricoltura in senso sostenibile - conclude Bacchiega – a livello globale il settore è responsabile del 25% delle emissioni di gas serra e di squilibri ambientali come la deforestazione: è ora di invertire la rotta, come chiedono anche i ragazzi e le ragazze del Fridays for Future».